ARMONIE DELLE PICCOLE COSE
Impressioni e trasfigurazioni classico-romantiche
Riccardo Cambri, pianoforte
Edoardo Siravo, voce recitante
Musiche di Beethoven, Schubert/Liszt, Debussy
Poesie di Gozzano, Leopardi
Raffaele Davanzo, consulenza storico-letteraria
Sabato 14 Settembre 2024 ore 17:30
Ridotto del Teatro Mancinelli, Orvieto
Ingresso €12 (€10 per i soci Unitre)
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Ludwig van Beethoven
Sonata per pianoforte N.15 in Re Maggiore Op.28 Pastorale
Allegro
Andante
Scherzo. Allegro vivace
Rondò. Allegro ma non troppo
Franz Schubert / Franz Liszt
Auf dem Wasser zu singen
Claude Debussy
Jardins sous la pluie
L’Isle joyeuse
Guido Gozzano
La signorina Felicita, ovvero la Felicità
Giacomo Leopardi
La ginestra, o fiore del deserto
L’infinito
Leopardi e Gozzano: cosa lega i due poeti, a distanza di un secolo? È Il fascino per la semplicità quotidiana, che in Leopardi si trasforma in problematiche irrisolvibili nel futuro ed in Gozzano nella tendenza all’ironia, come cantare la bellezza di Felicita pur nell’avvicinarsi della sua morte per tisi. Guido ha un animo ombroso ma non tragico, uno stile trasandato, senza illusioni. Per Giacomo, tuttavia, le illusioni potrebbero permanere nell’uomo come parte integrante della sua essenza: il saper vivere nel deserto come la Ginestra è la più grande di tutte. Lì forse è possibile ricredere nelle illusioni, l’unica possibile giustificazione per il vivere.
La semplicità dell’armonia quotidiana pervade pienamente l’estro intellettuale della linea creativa Beethoven-Schubert-Debussy. Dalla “Pastorale”, sonata monumentale che riecheggia, affiancandoli e non contrapponendoli, gli elementi arcadici, contemplativi, idilliaci e coerenti della narrazione naturalistica; allo Schubert liederistico, cristallizzato al pianoforte dal sommo virtuoso magiaro, che propone melodie dolcissime e limpide, che si rincorrono con la forza morbida e al tempo stesso coerente della corrente d’acqua di un rivo di montagna; per terminare con Debussy, ineguagliabile armonista di evanescenze e suggestioni, in cui ognuno può ritrovare la pioggia (le lacrime) dell’anima e riconoscere la propria isola dell’amore.