di Mirella Cleri
Quest’anno il nostro “tempo del cerchio” si è allargato. Ci stiamo avvicinando al secondo incontro del seminario di educazione socioaffettiva e il numero degli iscritti è lievitato spontaneamente. Secondo lo spirito di accoglienza e condivisione che caratterizza la nostra Unitre abbiamo deciso di tenere aperte le porte a tutti coloro che hanno desiderato partecipare per conoscere questo metodo. Dopo una riflessione sulla consapevolezza personale dei propri bisogni e desideri il percorso continua aprendo l’attenzione alle relazioni con gli altri in modo speciale alle relazioni d’amore.
Nasciamo predisposti a stare in relazione, sviluppiamo relazioni di attaccamento dalla nascita e lo stile che impariamo da bambini è un codice che ci accompagna per tutta la vita che tendiamo a riprodurre anche nelle relazioni tra adulti. La complessità del mondo presente ci propone una moltitudine di modalità di stare in coppia. Ci sono meno matrimoni, i giovani di oggi faticano a prendere l’impegno e la responsabilità della vita di coppia, le coppie sono più fragili, la precarietà e l’incertezza che è stata propria nel mondo del lavoro si è lentamente trasferita anche nelle relazioni spesso mi sento dire “Non me la sento di fare coppia”, “Non me la sento di impegnarmi”, “Non me la sento di fare un figlio”.
Accade di passare da una storia all’altra sbagliando sempre compagno, incapaci di rimanere in una coppia ad accettare anche i lati ombra, gli aspetti negativi o dolorosi che fanno parte della relazione d’amore. Siamo nell’era del poliamore, non si parla più solo di coppie ma anche di tribbie, cioè di legami a tre, si sperimentano nuove forme di convivenza: coppie globali, amori virtuali, amori a distanza che vivono nel mondo. È tramontato nel mondo occidentale il modello che vedeva nel matrimonio classico l’accudimento dei figli la forma di legame da realizzare, oggi ci sono tanti modi per vivere insieme ed essere felici.
La società attuale fa si che le relazioni d’amore siano sempre più autodeterminate e non socialmente normate, la coppia ha superato e sdoganato i confini religiosi e giuridici e in questa percezione di fluidità della relazione tende sempre di più ad autodeterminarsi essere quello che i due partner vogliono che sia e l’amore duraturo è una eccezione. Non ci sono forme o modelli a cui una coppia deve adattarsi, c’è la consapevolezza dei valori su cui la relazione si costruisce.
Di fronte a questa fragilità ci sono tanti approcci e tanti metodi di intervento per permettere la connessione emotiva, sempre più persone accedono all’aiuto psicologico ma l’organizzazione sociale ci stringe sempre più nella morsa di un ritmo di vita frenetico e accelerato in relazioni precarie e a termine.
Seppure le modalità di stare in coppia sono cambiate, l’esigenza di stare in relazione intima e stare bene è sempre una grande opportunità. Come esseri umani abbiamo bisogno di legami affettivi sicuri e efficaci, sappiamo che l’amore duraturo basato su un legame d’attaccamento sicuro è quello che produce benessere e longevità. La psicologia porta un messaggio di grande speranza.
A partire dai risultati di numerose e accreditate ricerche scientifiche e dalla esperienza di lavoro sul campo ci sono esperienze molto interessanti da percorrere e molte competenze da apprendere che possono facilitare una convivenza umana ricca di solidarietà e partecipazione. Ci sono abilità che possiamo apprendere e potenziare, che possono permetterci di stare bene con noi stessi e con gli altri nelle relazioni intime e interpersonali.
Di questo si occupa l’educazione socio-affettiva. Il verbo amare non conosce età, è fuori dal tempo, oggi l’invecchiamento non si identifica più con il peggioramento delle condizioni di salute. Amare, emozionarsi, donare parti psichiche di sé e mettersi in gioco è un inequivocabile segno di vivacità interna. E’ comprensibile che nell’età adulta a volte ci chiudiamo all’amore. Invece può accadere di sorprenderci, innamoraci di nuovo, non è vero che solo i giovani si innamorano. C’è la possibilità anche nella seconda parte della vita di innamorarsi, amare ed essere amati. E’ possibile innamorarsi ad ogni età. Può cambiare il modo in cui ci si mette in gioco, la consapevolezza, tutto dipende dalle esperienze precedenti. Non si è mai vecchi per amare.
Dopo gli “anta” si ha più voglia di avere accanto un partner che ci completi e ci illumini, che sappia comprendere il valore delle piccole cose, qualcuno con cui proseguire la vita gioiosamente. Vivere insieme ad un’altra persona deve essere un valore aggiunto non un compromesso a cui piegarsi. Ci sono persone afflitte dalla solitudine e dalla paura di invecchiare. Non c’è nessuna regola sociale o biologica che impedisce di seguire la vocazione della propria anima di prendere in mano il proprio destino. E’ sempre possibile svoltare nella vita. La maturità è proprio il momento adatto per compiere scelte.